Lei è piccola, carina e ha due enormi occhi verdi con i quali osserva il giardino, del quale è padrona incontrastata. E' riuscita a mattere al suo posto anche Ciliegia, la volpe, che scappa a gambe levate ogni volta che la vede. E' paciosa, come tutti i gatti di casa. Ama infilarsi fra le pieghe del bucato da stirare e mettersi lì a dormire, oppure si diverte a graffiare gli angoli della poltrona per poi mettersi lì a dormire, o ancora adora piazzarsi sul pouf del soggiorno accanto alla coperta di pile e mettersi lì a dormire per svegliarsi solo una frazione di secondo, quando passo io, uscendo per andare al lavoro. Mi guarda con la faccia che doveva avere l'aguzzino di Sisifo durante il suo penoso calvario. Io la guardo di rimando e le soffio invidiosa: fffffffffff!!
Ma cosa c'entra il racconto dell'adorabile gatto con la fideuà? Ma soprattutto...Cosa è la fideuà?!
E' questa la domanda che mi sono fatta quando ho letto la ricetta dell'MTC di marzo. E così ho letto la storia sul blog di Mai, che l'aveva proposta, e ho seguito i suoi consigli di training autogeno: ho immaginato il peschereccio, il mare, il vento, l'odore di pesce, il Mediterraneo etc etc...e mi è venuta voglia di sdraiarmi su una spiaggia caraibica per mai più ritornare. Ma prima della mia partenza all'insegna di falò sulla spiaggia e infinite ebbrezze a base di rum, dovevo provare la ricetta della paella alternativa: la fideuà appunto.
Così, data la già dettagliatissima ricetta di Mai, ho cominciato a pensare a come avrei potuto personalizzare questo piatto così particolare. Idee poche e confuse. E per quanto l'abbia presa davvero con sportività questa sfida è già cominciata male. Non ho focalizzato bene la ricetta, forse non l'ho assimilata, sta di fato che anche la spesa è stata traumatica. Non volevo mettere i soliti tre pesci dall'aria surgelata che si trovano nella paella ma non avevo davvero idea di come arrabattarmi e così sono finita a prendere scampi, vongole, folpetti, calamari etc etc tutto nella massima banalità. Ho avuto un guizzo di genio con i peperoni, mi son detta "ma sì, dai, mettiamo due peperoni gialli a cubetti giusto per fare colore...". E poi son passata davanti all'angolo delle primizie e ho visto un cestino di fragole e mi son detta di nuovo: "pesce=vino bianco=fragole". Lo so è un collegamento che non sta nè in cielo nè in terra, ma mi sa che il mio cervello era spento. Morale ho fatto la fideuà con peperoni e fragole, immaginando, giusto per riprendere l'immagine poetica di Mai, che il mio peschereccio avesse attraccato in un bel paesino sul mare con un mercato all'aperto, in stile provenzale, e il cuoco avesse deciso di prendere qualcosa dei sapori del luogo: qualche spezia, e le fragole (?!).
Pregandovi di ignorare il delirio, se avrete voglia di continuare a leggere questo post troverete la ricetta della famosa fideuà alle fragole che richiama in toto la ricetta di Mai, con l'aggiunta di fragole e peperoni insieme al pomodoro.
"ingredienti per 6 persone:
600 gr. di "fideus" (potete farli spezzando degli spaghetti, 2/3 cm)
5 pomodori maturi
1 o 3 spichi d'aglio (a piacere)
350 gr. di calamari
350 di gamberi (io mazzancolle)
6 gamberoni
1/2 cucchiaino di paprica dolce
un pizzico di pistilli di zafferano
sale olio extra vergine
brodo
1 cipolla media
aqua, sale
pesce di roccia
(perché è più saporito, ma io mi sono adeguata a quello che ho trovato nel mercato:
tracima, muggine, razza, scorfano, nasello e qualche scarto di pesce spada e qualche testa di gambero)"
Allora ho fatto il brodo con i pesci di roccia, ho seguito tutti i passaggi, ho messo brodo fino a coprire la pasta (ho spezzettato gli spaghetti alla fine) ed è venuto fuori una padella enorme di fideuà leggermente collosa perchè la pasta ha cotto decisamente troppo e le fragole hanno rilasciato pectina e fruttosio, come era prevedibile, il chè ha creato una specie di pastone colloso dalla consistenza budinosa abbastanza deludente. Il sapore non era male ma la consistenza non si poteva proprio sentire.
Il caso vuole che la sera fossi a cena da amici, così ho portato un assaggio e tutti hanno convenuto sulla consistenza terribile (fortuna che avevo fatto anche il ciambellone mele e birra, quello era abbastanza buono...migliorabile almeno..).
Ma ancora ci stiamo chiedendo cosa c'entra Marilyn!
Ecco, abbiamo detto che io ero fuori a cena. La casa era buia e vuota perchè anche la family era via. La leggenda vuole che la mamma, di ritorno dal cinema abbia trovato la gatta mefitica con le zampe nel sacco, completamente immersa nella pentola della fideuà, baffi compresi.
Non si sa come abbia fatto ma è riuscita a scoperchiarla e mangiarsene buona parte. Da sola.
Morale: ricetta nata male finisce mangiata dal gatto.
P.s.: l'ho fatta di sabato, avevo in programma di scaldarla per il pranzo di domenica quindi la salsa l'avrei fatta il giorno dopo in diretta ma....non ce n'è stato bisogno.
E ora qualche foto:
...Anche della Principessa del Pescato...
Ah, dimenticavo.. è con grande vergogna che partecipo all'MTC di marzo con questa ricetta.